Ecco chi sarà escluso dalla NASPI nel 2025: brutta sorpresa

Cambiano i requisiti per richiedere l’accesso alla Naspi, indennità destinata ai lavoratori che hanno perso l’impiego: chi rimarrà escluso nel 2025.

Sono già entrate in vigore le nuove regole per accedere alla Naspi, stabilite attraverso la Legge di Bilancio 2025 approvata di recente. Il Governo ha voluto introdurre una stretta per cercare di contrastare abusi ed irregolarità collegate all’indennità di disoccupazione erogata dall’Inps.

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Naspi 2025, chi sarà escluso (Acremar.it)

Le disposizioni dell’esecutivo hanno modificato i requisiti per richiedere il sussidio economico rivolto ai lavoratori che hanno perso involontariamente il lavoro ed in attesa di trovare un nuovo impiego. Nel prossimo paragrafo la guida completa con tutte le variazioni sulla Naspi valide per il nuovo anno.

Naspi, come cambiano i requisiti nel 2025: chi rimarrà escluso

L’accesso alla Naspi, indennità di disoccupazione introdotta nel 2015 per i lavoratori che hanno perso involontariamente l’impiego, sarà più complicato durante il 2025 viste gli interventi del Governo che ha introdotto una stretta per contrastare il fenomeno dei cosiddetti “furbetti della Naspi”.

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Naspi, tutte le novità introdotte dal Governo (Acremar.it)

La prima riguarda le dimissioni volontarie. Secondo le disposizioni dell’esecutivo, sarà possibile accedere all’indennità anche nel caso di dimissioni volontarie, presentate nei 12 mesi precedenti alla domanda, ma solo se il lavoratore ha maturato almeno 13 settimane di contribuzione dopo le dimissioni volontarie.

In secondo luogo, il licenziamento avvenuto dopo 15 assenze ingiustificate, dal nuovo anno, sarà considerato non più come volontà del datore di lavoro, ma del dipendente che in questo caso non avrà più diritto all’indennità di disoccupazione.

Rimangono esclusi dalla possibilità di poter richiedere la Naspi anche i dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni, gli operai agricoli ed i lavoratori che hanno maturato i requisiti per la pensione di vecchiaia.

Non cambiano, invece, le modalità di erogazione e di calcolo dell’indennità. Il beneficiario dovrà presentare domanda (online o tramite patronato) all’Inps che, dopo il calcolo, provvederà ai pagamenti: al richiedente spetta il 75% della retribuzione mensile fino ad una cifra massima che per il 2024 era stata fissata a 1.550,42 euro al mese. La soglia verrà per il 2025, come per le pensioni e le altre prestazioni assistenziali, aggiornata secondo i dati Istat (0,8%) salendo a 1.562,82 euro. Le mensilità, sempre come stabilito dalla normativa, si ridurranno del 3% a partire dal sesto mese di fruizione, mentre dall’ottavo per i beneficiari che hanno compiuto i 55 anni di età.

Infine, non cambia anche il periodo di fruizione che rimane fissato alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi 4 anni del lavoratore, ma sino ad un massimo di 24 mesi.

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