Ci sono pensionati che continuano l’attività lavorativa anche dopo l’avvio del trattamento previdenziale. Quali sono i termini di legge.
Ci sono molte persone che pur andando in pensione continuano a lavorare. Magari per arrotondare la rata mensile o per continuare a sentirsi attivi e produttivi. Da diversi anni ormai non ci sono limiti di cumulo tra redditi da lavoro e redditi per le pensioni dirette (pur con rilevanti eccezioni).
Ma se la norma consente di continuare a svolgere un lavoro anche mentre si è in pensione, si devono rispettare delle precise norme che non si devono dimenticare. Questo per evitare eccessive diversità di trattamento tra pensionati, soprattutto in termini fiscali. Vediamo, quindi, cosa prevede la normativa in vigore su questa particolare condizione.
Lavorare dopo la pensione, che sia una scelta dovuta al desiderio di mantenere i propri impegni, o che sia una necessità per incrementare il proprio reddito, deve rispondere a delle precise indicazioni di legge, soprattutto in ambito fiscale. La tassazione applicata è per il lavoro e per la pensione quella sulle persone fisiche, cioè l’IRPEF.
Per conoscerla con precisione, occorre prima avere un’idea chiara del reddito imponibile, cioè del reddito complessivo annuo che si forma con lavoro e pensione. Basta sommare i due redditi e applicare l’aliquota IRPEF corrispondente alla cifra ottenuta. A qeusto proposito va ricordato che nel 2025 sono riproposte le stesse aliquote dello scorso anno, per cui non ci sono novità in questo senso.
Bisogna poi prestare attenzione ai contributi previdenziali versati e agli altri eventuali oneri deducibili che sono da sottrarre, per chi lavora come dipendente durante la pensione, nella dichiarazione dei redditi (modello 730). Dove si devono riportare le imposte già trattenute in busta paga e nel cedolino della pensione. Si può dire comunque che nel 2025 non esistono limiti di cumulabilità agli importi di redditi da lavoro con quelli derivanti da pensione. Pur facendo attenzione ad alcune eccezioni.
Ad esempio nel caso dei pensionati con la formula di anticipo quota 103. Per i quali infatti non è consentito il cumulo di reddito da lavoro di qualsiasi natura con il reddito da pensione, salvo il lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5mila euro lordi annui. Se fin qui si è parlato di cumulo tra reddito da lavoro dipendente e reddito da pensione, è importante fare un’osservazione che riguarda il lavoro autonomo.
Con le legge di bilancio 2025 è stato aumentato il limite da reddito di lavoro dipendente e pensione da 30mila a 35mila euro, per chi vuole aderire alla flat tax per le partite iva. Ampliando così la platea dei potenziali beneficiari.
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