Caos pensioni circola una notizia che poi l’INPS provvede a smentire. Ma la situazione rimane confusa. I particolari della vicenda.
In questi giorni non mancano certo le polemiche intorno alle pensioni e alle modifiche introdotte quest’anno. Di certo si sa che malgrado i buoni risultati con l’incremento del gettito fiscale, le risorse a disposizione della previdenza restano limitate. Da questo deriva una sostanziale continuità nelle politiche del governo sulla questione pensioni.
In qualche modo si continua a incentivare la permanenza al lavoro, scoraggiando chi vuole anticipare con tagli e riduzioni di piccola portata, ma significative. Al momento appare chiara la rinuncia alla riforma complessiva che doveva servire a superare del tutto la legge Fornero. Tra l’altro si confermano Opzione donna, Quota 103 e l’Ape sociale. Unico cambiamento la possibilità per i contributivi puri di accedere alla pensione anticipata a 64 anni, sfruttando una quota della previdenza integrativa.
In questo clima tutt’altro che rassicurante per i lavoratori era circolata la voce insistente di un ritocco verso l’alto dei requisiti di età per accedere alla pensione. In effetti la CGIL aveva evidenziato che il simulatore dell’Istituto nazionale di previdenza aveva aumentato di tre mesi i requisiti anagrafici pensionistici, scatenando una serie di accese polemiche.
Nel giro di qualche ora però l’INPS ha smentito l’applicazione di nuovi requisiti, con un brevissimo comunicato stampa con cui garantisce che le “certificazioni saranno redatte in base alle tabelle attualmente pubblicate“. Inoltre anche il simulatore è stato corretto e i tre mesi in più eliminati dal calcolo. Al momento quindi la pensione di vecchiaia, il trattamento principale del sistema italiano, continua a prevedere 67 anni di età anagrafica più 20 anni di contributi versati.
Resta anche l’anticipo contributivo a 64 anni, 20 anni di contributi e un importo soglia minimo dell’assegno pensionistico pari a 3 volte l’assegno sociale (in peggioramento rispetto lo scorso anno). L’importo, in questo caso resta fermo per le donne con un figlio a 2,8 volte l’assegno sociale, mentre scende a 2,6 volte l’assegno sociale per le donne con due figli. Quindi questi alcuni dei possibili trattamenti, in un sistema pensionistico che continua a essere contraddistinto da numerose soluzioni, ma esclusivamente per chi si sta avvicinando alla pensione.
Al momento non è chiaro, se questa smentita definisca e concluda la vicenda. Probabilmente si attendono degli ulteriori chiarimenti per confermare che ,almeno per il momento, non ci saranno aumenti dell’età pensionistica. Al momento per il 2025 e il 2026 si è scelto che l’età per la vecchiaia resti a 67 anni, con una crescita solo nel 2027 di tre mesi.
Ecco quanto costa andare a vedere il festival di Sanremo, condotto da Carlo Conti e…
Quando le ultime volontà spiazzano gli eredi: i figli possono davvero essere esclusi dal testamento?…
Esiste un luogo incredibile che in pochissimi conoscono. Ecco una città in Italia che possiede…
Da quest'anno un piccolo "dettaglio" rende possibile ottenere l'Assegno di Inclusione e altri bonus anche…
A volte è bene prenderne atto. Ecco quali sono secondo i segnali che dicono che…
La nostra mente non mente: ecco i segreti nascosti nei gesti e nelle abitudini (tradimenti…