Il lato oscuro delle patate: ecco quando diventano tossiche e non vanno consumate

Le patate sono buonissime ma devi fare attenzione quando diventano tossiche e non vanno consumate: ecco come accorgertene.

Le patate sono buonissime e versatili: si possono preparare in tantissimi modi. Cotte al forno, in padella, fatte a purè, fritte, e chi più ne ha, più ne metta. Sono uno degli alimenti alla base della dieta mediterranea e non mancano quasi mai in casa, proprio perché si prestano per realizzare tantissime ricette!

Patate
Il lato oscuro delle patate: ecco quando diventano tossiche e non vanno consumate – acremar.it

Questi ortaggi, però, sono tanto buoni quanto pericolosi. Infatti possono risultare altamente tossici per l’organismo per via di alcune loro componenti (solanina e chaconina). A quel punto il loro consumo andrebbe totalmente evitato. Non tutti sanno questo, e le mangiano lo stesso oppure pensano che, cuocendole, tutto ciò che c’è di tossico, scompaia.

Purtroppo non è affatto così e ci sono alcuni dettagli a cui fare attenzione per accorgersi quando le patate sono ormai tossiche e da buttare via.

Come capire quando le patate sono tossiche e non vanno consumate

Le patate possono risultare altamente tossiche se il loro quantitativo di solanina e chaconina diventa elevato. Questi elementi si accumulano soprattutto sulla buccia o quando le patate non vengono conservate nel modo corretto. A quel punto diventano verdi e germogliano (fenomeno che si attiva in risposta alla luce).

Patate con germogli
Come capire quando le patate sono tossiche e non vanno consumate – acremar.it

Il fatto che diventino verdi e germoglino è in realtà un campanello d’allarme: vuol dire che i livelli degli alcaloidi contenuti in esse, sono aumentati, e quindi le patate risulteranno tossiche per l’organismo. Quantità importanti di solanina possono generare disturbi che si riversano sull’apparato digerente, sul sistema cardiovascolare e su quello nervoso. I sintomi possono essere diversi, tra i quali dolori addominali, vomito, nausea, diarrea, mal di testa e febbre.

Nei casi più gravi ci sono essere anche perdite di conoscenza, alterazioni delle funzioni respiratorie e cardiache. Ovviamente più patate germogliate si mangiano e più le conseguenze dell’intossicazione possono diventare serie. Altri fattori da considerare sono anche lo stato di salute e il peso di chi le ha ingerite. I rischi più grandi possono esserci per determinate fasce di persone come neonati, bambini e donne in gravidanza. In genere è molto facile acquistare tante patate e lasciarle per diverso tempo inutilizzate, magari conservate anche in malomodo.

È proprio quando si sta per cucinarle che bisogna fare attenzione all’eventuale presenza di germogli: se ce ne sono pochi e piccoli, le patate sono ancora perfettamente commestibili. Basterà solo tagliare le parti dove ci sono i germogli. Se invece sono tanti e lunghi più di 1 cm, allora la soluzione percorribile è buttare via le patate e non consumarle.

Infine, se le patate sono verdi, vuol dire che hanno un’alta concentrazione di solanina. A quel punto, si possono consumare solo le parti che hanno un colore normale. Oltre al fatto che queste patate sono tossiche, anche il loro sapore sarà particolarmente amaro e si rischierà, oltre che stare male, anche di mangiare qualcosa di davvero poco gradevole. Per tutti questi motivi è importante conservare nel modo corretto le patate, in un luogo fresco, buio e asciutto.

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