Brutte notizie sul fronte delle pensioni: molto presto non aumenterà solo il requisito anagrafico ma aumenteranno anche i contributi necessari per poter smettere di lavorare.
Cattive nuove per quel che riguarda le pensioni che, nonostante ogni piccolo passo in avanti, restano sempre un campo minato su cui muoversi senza fare danni è quasi impossibile. La Legge Fornero, come tutti ben sappiamo, non è stata cancellata e non si sa se e quando verrà superata.
Il Governo di Giorgia Meloni, nonostante abbia riconfermato tutte le misure di pensione anticipata che erano in vigore nel 2024, non ha potuto compiere tale azzardo ed eliminare l’età pensionabile di 67 anni: il rischio sarebbe stato quello di far crollare l’intero sistema di previdenza sociale nel giro di qualche anno.
Ma non è tutto: la scorsa settimana scoppiò una bufera riguardo ad un possibile aumento dell’età pensionabile. Aumento non solo possibile ma altamente probabile anche se non ancora confermato da nessuno. Oltre all’età pensionabile, però, potrebbero aumentare – e non di poco – anche gli anni di contributi necessari per smettere di lavorare e ricevere il tanto agognato assegno Inps.
Lasciate ogni speranza…voi che pensavate di andare in pensione con solo 20 anni di contributi! La situazione molto presto potrebbe cambiare e, per molti, la novità non sarà sicuramente positiva. Potrebbe aumentare non solo l’età: potrebbero aumentare anche gli anni di contributi necessari per dire addio per sempre al lavoro.
Nel 2025, per accedere alla pensione di vecchiaia, è necessario ancora soddisfare i seguenti due requisiti: avere almeno 67 anni e almeno 20 anni di contributi versati all’Inps. La scorsa settimana l’Inps è finita nella bufera, accusata dalla CGIL di aver aumentato l’età pensionabile di 3 mesi a partire dal 2027 nel simulatore automatico online.
L’Inps ha smentito tutto e, infatti, il Governo, per il momento, non ha ancora parlato di nessun aumento anche se non si può escludere. Anzi, secondo le stime degli esperti, visto che la durata media della vita continua a salire, è probabile che nei prossimi anni l’età pensionabile possa aumentare ulteriormente di qualche mese. Come potrebbero aumentare ulteriormente gli anni di contributi necessari per fruire della pensione anticipata ordinaria passando da 42 anni e 10 mesi a 43 anni e 1 mese.
Queste, però, per il momento sono solo ipotesi. Ciò che, invece, è sicuro è che già da quest’anno, alcuni lavoratori vedranno il loro requisito contributivo crescere. Nello specifico i lavoratori contributivi puri – cioè coloro che non hanno versato contributi prima del 1996 – anche quest’anno potranno accedere alla pensione a 64 anni anziché a 67 se il loro assegno previdenziale raggiungerà tali soglie:
Per raggiungere queste cifre un lavoratore contributivo puro potrà servirsi anche della sua pensione integrativa privata ma, se lo farà, non potrà più andare in pensione a 64 anni con solo 20 anni di contributi: ne serviranno almeno 25.
Secondo alcuni esperti del settore previdenziale, l’unico modo per abbassare l’età della pensione sarà alzare gli anni di contributi. Dunque non si esclude già dal 2026 l’età pensionabile possa abbassarsi a 64 anni per tutti – e non solo per i lavoratori contributivi puri – ma i contributi necessari passeranno da 20 a 25 anni.
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