Da un giorno all’altro molti italiani si ritroveranno con 7000 euro in più: è questo il risarcimento stabilito da una storica sentenza.
Molti risparmiatori italiani, su consiglio delle loro banche, fanno degli investimenti più o meno rischiosi per aumentare i loro risparmi. Proprio in questo contesto si inserisce una storica sentenza che ha stabilito che tanti italiani hanno diritto ad un risarcimento di 7000 euro e a risarcirli debba essere proprio il loro istituto.
Infatti con la sentenza n. 35789 del 6 dicembre 2022, la Corte di Cassazione ha stabilito che le banche hanno il dovere di fornire ai clienti informazioni chiare, complete e dettagliate sui rischi associati agli strumenti finanziari proposti. Se questo obbligo venisse violato, i risparmiatori potranno ottenere un risarcimento per le perdite subite.
Sono diventati sempre più frequenti i risarcimenti per perdite subite a causa di investimenti consigliati dalle banche. Infatti gli istituti bancari possono essere ritenuti responsabili quando non rispettano i propri obblighi di trasparenza e informazione.
Un caso recente vede protagonista un risparmiatore di Parma che è stato risarcito di 7000 euro per aver subito delle perdite proprio a causa della sua banca. Il tribunale ha rilevato che l’istituto gli aveva fatto sottoscrivere quote di un fondo comune d’investimento non adeguato al suo profilo di rischio. Il suo profilo infatti era di livello medio mentre il prodotto finanziario proposto aveva caratteristiche troppo rischiose. Così erano stati violati i principi di corretta profilatura e consulenza.
La vicenda risale al 2018, quando il cliente aveva investito in un fondo Amundi. Il risparmiatore, dopo essersi accorto della natura inadeguata dell’investimento, e non avendo ottenuto risposte soddisfacenti dalla banca, si è rivolto all’Arbitro per le controversie finanziarie con l’assistenza di un avvocato di Confconsumatori. Con la decisione 7781 del 2024, l’Acf ha riconosciuto la responsabilità della banca, evidenziando che la sola consegna del documento informativo non esime l’istituto dall’obbligo di proporre prodotti adeguati al cliente.
In definitiva gli istituti devono valutare con attenzione il profilo di rischio di ciascun cliente e proporre strumenti adeguati alla sua situazione economica e agli obiettivi di investimento. Le informazioni fornite sui prodotti finanziari devono essere chiare, specifiche e aggiornate, spiegandone le caratteristiche, i rendimenti potenziali e i rischi connessi.
Nel caso in cui le banche non rispettino questi obblighi, possono essere considerate responsabili dei danni subiti dal cliente. Il risparmiatore può infatti ottenere un primo risarcimento se raccoglie tutta la documentazione relativa all’investimento (contratti, schede informative e comunicazioni ricevute dall’istituto), e dimostra che il consiglio di investimento ricevuto non era adatto al suo profilo di rischio o che le informazioni ricevute erano insufficienti o fuorvianti.
Una volta raccolte le prove, può rivolgersi ad un avvocato esperto in diritto finanziario o ad un’associazione di tutela dei consumatori, oppure usare altri strumenti di risoluzione delle controversie, come la mediazione o l’arbitrato (come accaduto al risparmiatore di Parma).
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